Analisi dei dati

 

Come già accennato nell'introduzione, è sotto gli occhi di tutti che in questi ultimi 30 anni, la neve in fondovalle abbia subito un notevole calo rispetto ai decenni precedenti.
I dati della sezione statistica sono assai evidenti e confermano appieno l'impressione.

Ma da cosa è stato causato questo cambiamento ?

Sono forse calate le precipitazioni ? le temperature sono aumentate ?

Anche in questo caso, le statistiche ci vengono in aiuto e confermano un'altra grande evidenza: il calo di nevosità in fondovalle è dovuto in massima parte all'aumento delle temperature medie avvenuto negli ultimi decenni.

Infatti se prendiamo in esame le precipitazioni totali dell'inverno (dicembre-gennaio-febbraio) dal 1925 ad oggi non si nota un trend ben definito verso un calo o un aumento medio.
In tutti i decenni le precipitazioni totali (pioggia + neve sciolta) si aggirano fra i 150 e 200 mm, con normali fluttuazioni da un decennio all'altro.

E' chiaro quindi che se nevica di meno, non è per un calo delle precipitazioni nel trimestre invernale, ma bensì per il fatto che i nostri inverni si siano fatti sempre più miti e quindi in varie situazioni meteo in cui negli anni '40, '50 o '70 riusciva magari a nevicare fino al fondovalle, ora a causa di pochi decimi di grado più nelle medie con le stesse perturbazioni sia ha pioggia sul fondovalle e neve solo oltre i 300-400 mt di quota.
Ricordiamo infatti che nei fondovalle più bassi (val' Adige, Alto Garda etc) e in pianura Padana, in molte occasioni da neve il fenomeno è legato a vari "ingranaggi" assai delicati, per cui se ne salta uno, si passa facilmente da una possibile nevicata da 20-30 cm ad una grande piovuta con neve magari solo oltre i 500-600m.

Ed il principale "ingranaggio" è la temperatura.

Va notato, in ogni caso, che accanto all'aumento delle temperature, in maniera minore sembra aver influenzato questo calo anche una diminuzione, nei mesi invernali, del tipo di perturbazioni "giuste" per la neve fino al fondovalle.

Ma come si può dimostrare in modo "visivo" il fatto che le precipitazioni invernali siano sempre più in forma di pioggia e sempre meno di neve (dimostrando dunque che il problema principale è l'aumento termico) ?
Calcolando la percentuale, sul totale delle precipitazioni di dicembre, gennaio e febbraio, di quanto essere siano state in forma piovosa e quanto in forma nevosa: per fare ciò, per "trasformare" la quantità di neve caduta in millimetri di pioggia sciolta nel rapporto-standard  1 cm = 1 mm, che è il rapporto che di solito si ha durante una tipica nevicata attorno a 0°C.

Ed ecco il risultato sui vari decenni scorsi: il calo di percentuale della neve sul totale delle precipitazioni, a partire già dagli anni '70-'80, ma ancora più evidente dai '90, è ben visibile.

Un paio di annotazioni: è da sottolineare che a temperature di -2°/-3°/-4° (come capitava più spesso di ora nelle nevicate di 50-80 anni fà) questo rapporto evidentemente cambia, dato che 5 mm di precipitazione possono equivalere a 15 cm di neve farinosa (3cm=1mm); ovviamente in caso di nevicate umide fra 0° e +1°, invece il rapporto si capovolge, ed 1 cm di neve pesante può avere "bisogno" di 3 mm di precipitazione per depositarsi al suolo.

Inoltre il drastico calo percentuale degli ultimi 7 anni (94% pioggia e 6% neve) è dovuto in buon parte all'eccezionale inverno 2013-2014, uno dei più piovosi di sempre e con neve quasi sempre relegata sopra i 1000 m.

 

 

Un'altro dato interessante può essere quello del rapporto fra quantità di neve caduta e quantità di giorni in cui ha avuto "bisogno" per cadere; analizzando il trend dei vari decenni, si nota come una volta le nevicate erano anche più "produttive", ovvero in ogni giorno di neve cadevano più centimetri di ora.

Dal grafico balza sicuramente all'occhio anche la notevole "produttività" degli anni '70 e '80 e la causa è presto detta: in quei 2 decenni si sono avute alcune nevicate particolarmente abbondanti (su tutte quelle di gennaio-febbraio 1978, dicembre 1981 e gennaio 1985) che hanno alzato questa particolare media statistica, considerando anche che parliamo di un lasso di tempo (10 anni) assai "influenzabile", rispetto ad un periodo temporale più lungo, anche da pochi e singoli fenomeni abbondanti.

 

Assai interessante è osservare anche come sia variata la media decennale dei singoli mesi.

Dai dati si notano in particolare due fenomeni: la forte variabilità dei mesi "esterni", ovvero novembre e marzo, dove il relativamente esiguo numero di nevicate porta alla conseguenza che singoli eventi nevosi di notevole quantità, influenzino in maniera significativa una media di soli 10 anni.

Basta dunque una nevicata di 15-20 cm a marzo o novembre, per improvvisamente raddoppiare o quasi la media di un decennio, considerando anche lo scarso numero di eventi che "producono" questa media.

L'altro dato, forse più significativo, che balza all'occhio dell'osservatore è il crollo della nevosità del mese di gennaio a partire dal 1990.

Basti dire che escludendo per un momento il mezzo metro caduto il 26-27 gennaio 2006, è dal 1988 (ben 30 anni !) che non si ha un mese di gennaio con più di 10 cm mensili; un dato, inutile dirlo, davvero impressionante.

Anche gli altri 2 mesi invernali hanno visto ovviamente un calo delle loro medie in questi ultimi 20-30 anni, in particolare febbraio, ma non in maniera così netta e drammatica come il mese centrale della stagione.

 

Di seguito i grafici mese per mese

 

 


 

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